Influenza equina: tra le principali malattie contro cui vaccinare i cavalli
L’ influenza equina è una malattia respiratoria virale altamente contagiosa che colpisce cavalli, asini, muli e altri equini. Gli agenti causali primari sono i ceppi H7N7 e H3N8 del virus dell'influenza A. Questa malattia può diffondersi rapidamente tra le popolazioni di cavalli, in particolare quelle frequentemente trasportate o alloggiate nelle immediate vicinanze.
I sintomi includono febbre, tosse, secrezione nasale e letargia, che possono avere un grave impatto sulla salute e sulle prestazioni degli animali colpiti. Anche se raramente è fatale, l’influenza equina può comportare perdite economiche significative nel settore equino a causa della limitazione dei movimenti dei cavalli e della necessità di misure di quarantena. Una vaccinazione efficace e rigorose pratiche di biosicurezza sono fondamentali per gestire e prevenire le epidemie di questa malattia altamente infettiva.
Approfondire quali siano gli aspetti più importanti per poter garantire una condizione di benessere ai nostri cavalli è senza dubbio una questione prioritaria per tutti i proprietari.
Sicuramente dobbiamo quindi tenere conto dell’ambiente dove vivono, curare la loro alimentazione, garantire un adeguato esercizio fisico, più o meno specifico a seconda delle performances che vogliamo conseguire, e dobbiamo cercare di prevenire il maggiore numero di malattie possibile. Proprio a questo proposito, diventa molto importante capire quale possa essere il programma vaccinale più opportuno per la nostra scuderia.
In Italia sono disponibili i vaccini per la prevenzione di tre malattie:
- l’influenza equina
- il tetano
- l’infezione da Herpes Virus.
INFLUENZA EQUINA
In questa prima puntata prenderemo in esame il vaccino per la prevenzione dell’influenza equina. Si tratta di una malattia respiratoria molto contagiosa (cioè molto facilmente trasmissibile da un soggetto all’altro), di solito con decorso acuto. Il virus penetra nell’organismo per via inalatoria ed ha un periodo di incubazione che varia da uno a tre giorni.
Questa malattia si manifesta solitamente con un aumento della temperatura corporea che può essere anche notevole ( 41°); vi è scolo dal naso come conseguenza della rinite catarrale che può associarsi anche ad una laringotracheite e ad una bronchite. Il soggetto colpito si presenta depresso, manifesta difficoltà nella deambulazione per i dolori muscolari associati a questo stato morboso e, nella maggior parte dei casi, presenta tosse che può persistere da una a ben tre settimane dall’inizio della febbre.
Il tempo in cui l’influenza equina si risolve è variabile e dipende dall’insorgenza e, in questo caso anche dalla tipologia di eventuali complicazioni ; infatti tale situazione rende il soggetto più sensibile ad altri patogeni, come ad esempio lo Streptococcus Equi, responsabile dell’adenite, oppure, soprattutto se trascurata, l’influenza può evolvere in una vera e propria polmonite. Da tutto ciò risulta chiaro il grande aiuto che ci fornisce la vaccinazione, la quale ci mette in grado di proteggere i cavalli dall’infezione e, comunque, di ridurre l’entità dei sintomi nonché l’eliminazione del virus nell’ambiente se i soggetti sono vaccinati.
Lo schema vaccinale di base prevede due interventi (la prima vaccinazione e un richiamo) a distanza di 21 giorni (si può arrivare fino a 92 giorni) l’uno dall’altro, da attuarsi nei puledri quando abbiano compiuto il quarto mese di vita oppure nei soggetti adulti qualora risultino non vaccinati. E’ consigliato, dopo queste prime due vaccinazioni di base, un richiamo dopo sei mesi ( alcuni enti lo richiedono obbligatoriamente ) e poi richiami annuali ( entro lo scadere dei 365 giorni dalla data dell’ultima vaccinazione).
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