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Gli organi di senso nei cavalli


Come in tutti gli animali che occupano un gradino elevato nella scala zoologica, anche nel cavallo i rapporti di relazione con l'ambiente che lo circonda sono   assicurati dagli organi di senso, che si presentano oltretutto molto sviluppati. La vista, l'udito, l'olfatto consentono al cavallo non solo di reagire a stimoli esterni di varia natura, permettendogli di svolgere tutte quelle funzioni organiche che sono alla base della vita, ma inserendolo in un contesto biologico più ampio e completo, gli danno spesso la possibilità di farsi intendere e comunicare con i suoi simili e con l'uomo. Infatti il cavallo, oltre che esprimersi mediante il nitrito, è in grado di manifestare i suoi stati d'animo anche attraverso lo sguardo e il movimento delle orecchie.

I padiglioni auricolari nel cavallo sono particolarmente mobili e dall'atteggiamento che assumono è facile comprendere i suoi sentimenti e prevederne le possibili   reazioni. Il portare le orecchie alternativamente una dritta in avanti e l'altra   all'indietro vuol significare uno stato di collera; la stessa posizione mantenuta   fissa, indica, specie nell'animale in movimento, un particolare stato di tensione che potrebbe sfociare in difese nei confronti del cavaliere. Allorché il cavallo porta rapidamente e nello stesso tempo le due orecchie indietro reclinandole sull'occipite, è facile prevederne l'intenzione di ribellarsi o addirittura di aggredire mordendo. Nel caso in cui il cavallo tiene le orecchie immobili ma, muovendole di tanto in tanto sposta contemporaneamente la testa in avanti, si può dedurre una condizione di insicurezza e di timore. I padiglioni auricolari non tenuti in posizione eretta, ma lasciati penzolare passivamente, denotano un apparente disinteresse per ciò che circonda l'animale che   per altro, con un certo distacco, continua a percepire suoni e rumori. L'atteggiamento più schietto è però quello che l'animale assume, allorché è in movimento, dirigendo le orecchie, con i padiglioni rivolti anteriormente, leggermente inclinate in avanti, il che gli dà un portamento fiero e sicuro. È stato proprio per questo che nell'antichità si voleva individuare nelle orecchie la sede del "sesto senso" del cavallo; di quella particolare capacità di evitare ogni ostacolo sia al buio sia alla più veloce andatura, di prevedere con largo anticipo eventi tellurici e meteorologici.

Da questo esposto non sarebbe azzardato affermare che il cavallo in fin dei conti "parla e vede anche con le orecchie"; i sensi non hanno dunque nel cavallo quel limite funzionale ben definito e circoscritto che generalmente si attribuisce loro. Che dire poi nel modo di guardare, dal quale traspare ogni suo sentimento, dalla gioia al dolore, dalla sicurezza alla paura, dall'odio all'amore. Senza retorica si può certamente affermare che se esiste un animale nel quale l'occhio è veramente lo specchio dell'anima questo è il cavallo. Ed è sempre con lo sguardo che egli chiede affetto e aiuto, sia nella pienezza delle sue condizioni come nella sofferenza, è  con l'espressione vivace degli occhi che interroga chi gli è amico aspettandosi una carezza.

Passiamo ora in rassegna brevemente le caratteristiche degli organi di senso del cavallo:

GUSTO
il gusto, consentendo al cavallo di distinguere i sapori, è della massima importanza nell'assunzione degli alimenti. Il cavallo possiede un gusto piuttosto raffinato che gli permette di operare una selezione accurata dei foraggi e delle granaglie che gli vengono offerte. Accade spesso che miscelando alla biada o al pastone alcune sostanze medicinali, il cavallo rifiuti la razione a causa del particolare sapore non gradito al suo palato. Ed è proprio nelle mucose che rivestono il palato e soprattutto la lingua che hanno sede le papille gustative. Questo organo muscoloso svolge inoltre un'importante funzione nella deglutizione degli alimenti e, limitatamente alla sua punta, una funzione tattile.

TATTO
Gli organi del tatto sono rappresentati, oltre che alla punta della lingua, anche dal labbro superiore, da alcune parti del piede e dai lunghi peli tattili sparsi intorno al margine delle narici, sulle labbra e sulle palpebre. Essi consentono all'animale di rendersi conto della forma e della consistenza di ciò che lo circonda e che richiama la sua attenzione, nonché delle condizioni più o meno regolari del terreno sul quale si trova ad agire.

OLFATTO
La sede dell'organo dell'olfatto si trova nella mucosa che riveste le cavità nasali. Mediante l'olfatto il cavallo è in grado di discernere gli odori che caratterizzano sia alcuni alimenti sia i propri simili e l'uomo.

VISTA
Il cavallo non è dotato di buona memoria visiva, per cui si affida all'olfatto per ricordare e riconoscere uomini, animali e cose.
Nel cavallo gli occhi sono posti al di sotto delle tempie e piuttosto lateralmente rispetto alla fronte, posizione che gli consente di allargare il proprio angolo visuale fino a permettergli di rendersi conto di ciò che accade alle sue spalle, senza volgere la testa. Ciononostante non si può certo dire che il cavallo sia dotato di una vista eccezionale: si calcola infatti che la sua capacità visiva non vada oltre i trecento metri da fermo, distanza che si riduce notevolmente nell'animale in movimento e nei puledri. In sintesi possiamo dire che il cavallo è dotato di capacità visiva molto limitata, a di un campo visivo notevolmente ampio.

UDITO
Per quanto riguarda l'udito, dobbiamo infine rilevare che nel cavallo è particolarmente sviluppato e tale da consentirgli di captare il minimo rumore. La grande mobilità dei padiglioni auricolari permette all'animale di rivolgerli nella direzione da cui provengono i suoni in modo da convogliarli meglio nel condotto uditivo esterno. La reazione del cavallo, talvolta brusca, di fronte a rumori improvvisi, è giustificata dal fatto che questo animale spesso non è in grado di rendersi conto della sua origine o di cosa li abbia prodotti, a causa della sua capacità visiva, come abbiamo già detto, piuttosto limitata e in contrasto con la grande capacità uditiva.



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