Come preparare il puledro al lavoro
Il cavallo viene domato dopo i diciotto mesi di età e gradualmente si abitua a svolgere il servizio cui sarà destinato. Questo periodo è senza dubbio uno dei più delicati della sua vita, poiché potrebbe subire traumi psichici che ne comprometterebbero l'intero futuro. In questa fase l'uomo deve assolutamente evitare maltrattamenti e violenze, cercando di convincere piuttosto che costringere l'animale a compiere gli esercizi richiesti. L'opera dell'uomo quindi deve essere rivolta a persuadere il cavallo con la dolcezza, ma usando nello stesso tempo fermezza, cercando di stabilire con l'animale un rapporto psicologico tendente a infondergli fiducia e sicurezza, condizioni indispensabili per renderlo docile e tranquillo.
Il puledro non dovrà mai essere sottoposto a fatiche eccessive, ma si dovrà procedere gradatamente non pretendendo mai risultati superiori ai suoi mezzi; non bisogna infatti mai fargli pesare il lavoro, ma portarlo invece ad affrontare l 'esercizio con naturalezza, in caso contrario potrebbe disgustarsene fino al punto di odiarlo. Il cavallo da sella sarà condotto a mano per i primi giorni e successivamente sarà portato al "tondino" dove si farà girare in circolo al passo, al trotto e al galoppo, servendosi di una lunghina. Questi esercizi dovranno essere sempre graduali ed eseguiti in modo di non stancare l 'animale. Dopo qualche giorno al cavallo sarà posta la sella, proseguendo l'esercizio al tondino finché non si sia abituato a sopportare questa nuova condizione. In un secondo tempo un uomo leggero sarà issato sul dorso al quale si appoggerà con il ventre, e solo dopo aver assuefatto il cavallo al suo peso, salirà in sella prendendo in mano le redini. Per alcuni giorni gli esercizi continueranno con l'uomo in sella ma con il cavallo ancora assicurato alla lunghina, che solo più tardi potrà essere abolita. Queste operazioni richiedono molta calma e pazienza, ma soprattutto tempo, a seconda dei soggetti. Solo quando il cavallo avrà imparato a rispondere ai comandi del cavaliere, al passo, al trotto e al galoppo, se ne potrà iniziare l 'allenamento che dovrà anch'esso essere graduale e proporzionato alle possibilità del soggetto. Un lavoro leggero gioverà al puledro favorendo lo sviluppo fisico, sia scheletrico che muscolare, attivando la circolazione del sangue e consentendo una migliore digestione e una completa utilizzazione dei principi nutritivi.
Un lavoro eccessivo porterà a una diminuzione dell'appetito, indebolendo l'animale e ostacolando la crescita. Il cavallo adulto dovrà essere sottoposto al genere di lavoro a lui più congeniale, tenendo conto della sua costituzione fisica e soprattutto delle sue attitudini. È molto importante far compiere all'animale una ginnastica quotidiana, anche se moderata, evitando di lasciarlo nell'ozio completo, che a lungo andare lo renderebbero debole e nervoso. Un esercizio eccessivo, al contrario, provoca stanchezza, che si manifesta con diminuzione dell'appetito e debolezza muscolare; è quindi molto importante dosare il lavoro in rapporto alle forze e ai mezzi fisici del soggetto.
Invecchiando, il cavallo non è più in grado di svolgere un'attività troppo intensa e dovrà essere sottoposto a un lavoro molto moderato, compatibile con le sue condizioni e con le sua età. Le capacità di un cavallo per quanto concerne il lavoro variano notevolmente, in rapporto anche al sesso, alle condizioni climatiche e alla razza. Le femmine sono più delicate dei maschi e sopportano la fatica meno agevolmente; inoltre durante la stagione dei calori sono spesso irascibili e capricciose. Gli stalloni sono più resistenti dei soggetti castrati, ma anche più esuberanti ed eccitabili.
La temperatura dell'ambiente, e ancora di più il grado di umidità, esercitano una notevole influenza sul rendimento dell'animale, specie in rapporto alla razza. Una temperatura rigida e un clima umido predispongono a malattie dell'apparato respiratorio, per cui è opportuno proteggere l 'animale con coperte sia nel box che durante il passeggio. Particolarmente insidiosi sono gli sbalzi di temperatura fra l'ambiente interno delle scuderie e quello esterno. Il caldo eccessivo rende il lavoro più faticoso, fa sudare il cavallo, lo indebolisce, gli fa diminuire l'appetito e ne accresce la sete. Bisogna quindi evitare di sottoporre gli animali al lavoro nelle ore più calde e di esporli alle correnti d'aria quando sono sudati. Il vento, specie se freddo, arreca al cavallo particolare fastidio, rendendolo nervoso ed eccitabile; inoltre quando l'animale è sudato può nuocergli, causando processi infiammatori a carico delle vie respiratorie e manifestazioni a carattere reumatico. Le precipitazioni atmosferiche devono essere evitate quando il cavallo è accaldato, dopo il lavoro, perché possono provocare raffreddamenti con ripercussioni anche gravi sul suo stato di salute. Particolare riguardo si deve usare per i soggetti trasferiti da Paesi caratterizzati da climi diversi, soprattutto se provenienti da luoghi più caldi; sarà necessario favorire l'acclimatazione dell'animale curando l'alimentazione (alimenti verdi e pastoni) e non sottoponendolo immediatamente al lavoro. Anche l'andamento delle stagioni incide in misura notevole sul rendimento del cavallo. La primavera fa sentire i suoi benefici effetti sull'organismo, l'animale cambia il pelo, il mantello si fa più lucente e il cavallo appare vivace e pieno di energie. Durante l'estate invece l'appetito diminuisce, la fatica si fa maggiormente sentire, il cavallo è più debole, soggetto a sudori e disturbato agli insetti, per cui tende a dimagrire. In autunno l'animale può risentire ancora dell'affaticamento, il pelo diventa più folto e lungo e l'incostanza di questa stagione potrà predisporlo a malattie reumatiche e respiratorie. Nel corso dell'inverno l'appetito aumenta, il cavallo manifesta maggior bisogno di movimento, e spesso dà sfogo a intemperanze, espressione di uno stato di allegria. Infine anche la razza influisce in modo determinante sulle capacità lavorative del soggetto, in quanto ognuna è caratterizzata da attitudini spiccate e precise che condizionano l'impiego degli individui di rispettiva competenza.