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Che cos’è un acquario e vale la pena di averne uno?



Quasi quasi mi pento di aver fatto la domanda!!!! 

Più ci penso e più trovo difficile dare una risposta…Perché l’acquario ha diverse anime, tutte importanti ma profondamente diverse tra loro.

IL PUNTO DI PARTENZA
Partiamo da una cosa certa: l’acquario ha la capacità di attrarre l’attenzione di quasi tutti (appassionati e non). L’ho sperimentato molte volte con gli amici che invito a casa; quasi nessuno di loro ha l’acquario, ma regolarmente passano almeno mezz’ora con il naso appiccicato all’acquario marino o a quello di acqua dolce. Sarà per la vivacità dei pesci, per la bellezza dei colori della natura o per il fascino ancestrale che l’ambiente "sott’acqua" suscita in noi "terrestri"?
Tutte queste cose insieme. Il punto fondamentale, secondo me, è l’equilibrio tra l’aspetto estetico e l’aspetto più scientifico che chiamerei naturalistico.
Ovviamente l’acquario è posizionato in casa, viene visto da molte persone e quindi deve essere un oggetto che ci piace cioè ai nostri occhi deve essere bello. Ma non può essere solo un oggetto di arredamento, qualcosa da intonare con l’arredamento e basta; in fondo deve ospitare degli animali e ognuno di noi inorridirebbe all’idea di scegliere un cane o un gatto a seconda del colore dei divani o dei tappeti! Eppure, se passate qualche ora in un grande negozio di pesci vi accorgerete che la maggior parte delle persone NON considera i pesci animali con pari dignità degli altri animali da compagnia. Compra pesci senza conoscere le loro esigenze, se muoiono pazienza, tanto costano pochi euro e così via.
Questo approccio è poi una delle principali ragioni di abbandono dell’hobby ed è la perdita di una grande occasione: quella di osservare la vita e il comportamento degli animali in un ambiente molto simile a quello naturale. Pensateci: nessuno di noi avrà mai l’opportunità di osservare un gatto, un cane o un canarino nel loro ambiente naturale. Però a pochi centimetri dalla nostra poltrona potremo osservare un ambiente completamente diverso dal nostro con corteggiamenti, nascite, scontri violenti o dimostrazioni di forza ..…e noi siamo lì a guardare! 
In pratica una specie di "Grande fratello" in salotto.
Per ottenere questo risultato però è necessario rendersi conto che l’acquario è un ecosistema cioè un ambiente in cui diversi elementi devono essere in equilibrio tra loro: i pesci, le piante, l’acqua e tutto ciò che noi non vediamo a occhio nudo, ma che prolifica nell’acqua: batteri, infusori rotiferi etc etc.

STUDIARE E DOCUMENTARSI
Mantenere un acquario quindi è una cosa tutto sommato facile, ma attenzione non è affatto semplice: ci sono molte variabili che entrano in gioco; bisogna cominciare facendo le cose "giuste", cosa che quasi nessuno, compreso il sottoscritto, fa all’inizio.
Pensate ci sono centinaia di specie di pesci e altrettante di piante, eppure per il solo fatto che "vivono nell’acqua" hanno le pinne etc etc si pensa che ogni acqua vada bene, non ci siano problemi con altri compagni di vasca, la temperatura e l’arredamento non contino nulla, ogni roba che buttiamo in vasca sia commestibile e gradita.
Un po’ come mettere insieme un orso polare, un leone e un cavallo; in fondo hanno 4 zampe e una coda che problema c’è?
Il modo giusto è quello di documentarsi, leggere libri riviste, frequentare altri appassionati con i quali parlare; in pratica innamorarsi dell’idea di avere un acquario prima di possederlo!
Solo in questo modo potremo godere di uno spettacolo continuo e sempre diverso, ricco di emozioni e fascino come i documentari del National Geografic!

Tutto sommato dopo quasi 10 anni di esperienza con acquari mi sento di condividere in pieno una definizione che ho trovato su Internet, (www.comeva.it ) che secondo me è quella che rende al meglio l’essenza della passione acquario: "l’acquario è uno dei veleni più sottili che siano stati introdotti nelle nostre abitazioni di animali moderni. Ti siedi in poltrona e hai la sensazione di sbirciare il pianeta Marte. (…) L’acquario entra in casa vostra in maniera abbastanza sommessa e poi si impadronisce di voi ora per ora, vi fa piangere di felicità o di dannazione. Non dico che capiti sempre però capita spesso."
Esagerato? Io ho iniziato con acquario di comunità da 80 litri; oggi ho una vasca di comunità da 160 litri, un piccolo acquario da 30 litri dove piccole coppie di ciclidi si riproducono, un acquario marino, allevo piccole artemie o anguillole dell’aceto come cibo per i pesci e, miracolo, mia moglie non ha ancora chiesto il divorzio, neanche quando ho eliminato la macchina del caffè per far posto alla piccola vasca!
Ma attenzione nell’acquario entrano animali che noi dobbiamo accudire e di cui noi abbiamo la responsabilità, tanto più quando i pesci non sono di allevamento, ma di cattura e quindi sottratti al godimento di tutti.

PRINCIPI BASE
Per questo è importante che tutti noi appassionati cerchiamo di seguire alcuni principi che salvaguardino la salute e il benessere dei pesci. Eccone alcuni…

  1. L’hobby acquariofilo deve essere condotto con sensibilità ecologica e rispetto della natura
  2. L’acquariofilia, a causa delle sue implicazioni sull’ambiente, deve essere condotta e ispirata da sensibilità ed impegno ecologico che non ammettono compromessi; di conseguenza esiste un solo modo per tenere in cattività degli esseri viventi: offrire loro le migliori condizioni in rapporto alle proprie possibilità e conoscenze
  3. La lettura di libri e riviste specializzate deve essere incoraggiata e promossa costantemente perché permette di meglio osservare e comprendere i fenomeni dell’ecosistema acquario e consente di effettuare scelte commisurate alle proprie capacità e competenze
  4. In linea di principio devono essere preferiti il commercio e la vendita di animali riprodotti in cattività rispetto a esemplari di cattura, nonché scoraggiate tutte le alterazioni e modificazioni non naturali indotte sugli esseri viventi

 

Stefano Cesati, Segretario Direttivo GAEM

 



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