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Risaie e acque stagnanti del sudest asiatico

Il sudest asiatico è un insieme di terre continentali e di numerose isole, tutte localizzate nella fascia equatoriale o intertropicale.
In questa parte del mondo ci sono dei particolari biotopi caratterizzati dalle acque stagnanti delle risaie, dei relativi canali di irrigazione, delle paludi o degli stagni ricchi di vegetazione dove vivono molti dei più popolari pesci dei nostri acquari d'acqua dolce tropicale. 
Le aree paludose, così come le risaie, si trovano generalmente nelle piane basse, dove si raccoglie l'acqua d'inondazione dei fiumi che, nella stagione delle piogge, defluiscono gonfi dalle vicine alture. Ciò crea diverse situazioni di habitat paludoso in cui molti pesci si ritrovano a coesistere. 
Si tratta generalmente di corpi d'acqua ferma, poco profondi che, soggetti a forte intensità luminosa, si riscaldano velocemente e raggiungono temperature superiori (fino a 30°C o più) ai corsi d'acqua presenti nella stessa area.
A causa degli accumuli di resti vegetali, parzialmente decomposti e imbevuti d'acqua, tali ecosistemi acquatici sono piuttosto torbidi, presentano alti livelli di sostanza organica, bassi livelli di ossigeno e sono generalmente acidi (spesso il pH mostra valori compresi tra 5 e 6). Tuttavia, estendendosi per ampie aree intercomunicanti, mostrano basse concentrazioni di nitriti e nitrati, che vengono degradati attivamente dalle efficienti popolazioni batteriche presenti.
Il fondo di queste acque è costituito quasi sempre da sabbia piuttosto fine, scura, spesso ricoperta da un fitto strato di melma derivante dalla decomposizione della sostanza organica. La durezza di queste acque varia a seconda delle zone geografiche e del periodo dell'anno, ma per la composizione del suolo - essenzialmente lateritico - e per il clima caratterizzato da precipitazioni più o meno regolari, i valori tendono ad essere anche molto bassi: intorno a 3° - 4° dGH (gradi tedeschi).
Parte della superficie di questi corpi d'acqua è ricoperta da un tale fitto groviglio di piante galleggianti, che la luce del sole, pur essendo qui molto intensa, non arriva sul fondo, anche quando il livello dell'acqua è inferiore ad un metro e, di conseguenza, in questo habitat troveremo difficilmente piante completamente sommerse.
Inoltre, molto spesso sulla terraferma esiste una vegetazione rigogliosa d'alto fusto che ostacola ulteriormente la crescita di piante subacquee.
Una fitta vegetazione acquatica cresce ai margini del bacino in cui si trovano anche legni di torbiera: in queste zone il pH diventa più acido, specialmente nelle ore notturne.

Queste acque ferme, silenziose, dove tra alghe e piante sembra che nulla si muova, sono in realtà abitate da molte specie viventi che trovano cibo e riparo proprio tra la vegetazione dello stagno.
I pesci presentano sofisticati adattamenti in relazione alle caratteristiche chimico - fisiche proprie di questo habitat. L'ambiente particolarmente anossico, caratterizzato cioè da carenza di ossigeno (uno dei fattori limitanti più importanti) rende la respirazione branchiale in alcuni casi insufficiente, ossia non in grado di soddisfare pienamente il fabbisogno di ossigeno richiesto dall'organismo.
Per superare questo problema diverse specie sono provviste di organi accessori, evolutisi nel corso di milioni di anni, atti ad estrarre questo elemento direttamente dall'aria (ossigeno atmosferico), oppure hanno ampliato la funzionalità delle strutture preesistenti (branchie, vescica natatoria, intestino).

Certamente molti avranno avuto nel loro acquario qualche Betta, Colisa e Trichogaster, tutti appartenenti al sottordine degli Anabantoidei. Il nome deriva da "anabas", una parola greca che significa "che sale" e infatti alcuni di questi pesci sono in grado di abbandonare l'acqua e spostarsi sulla terraferma.
La vita degli Anabantoidei asiatici nell'habitat sopra descritto, proibitivo per molti altri pesci, è resa possibile dalla presenza di un particolare organo respiratorio ausiliario, il labirinto - da cui il nome Labirintidi con cui si usa chiamare più comunemente questi pesci -, situato al di sopra delle branchie. 
L'aria, introdotta ed espulsa dalla cavità orale, viene fatta passare attraverso una fitta rete di canalicoli, le cui pareti sono ricoperte di numerose lamelle che ne aumentano la superficie respiratoria. Lo scambio gassoso, con rilascio di anidride carbonica e il contemporaneo arricchimento di ossigeno da parte del sangue, avviene attraverso i capillari sanguigni presenti sulle lamelle. Tale apparato si è dimostrato talmente efficace da diventare in alcune specie il sistema di respirazione primario.
In condizioni di sufficiente umidità, quest'organo permette la sopravvivenza dei Labirintidi fuori dall'acqua addirittura per alcune ore. 
In particolare, quando nei periodi di siccità lo specchio d'acqua comincia a prosciugarsi, Anabas testudineus, originario del Sudest asiatico, riesce ad abbandonare l'ambiente acquatico e a portarsi sulla terraferma, "camminando" per brevi percorsi alla ricerca di un nuovo habitat. Naturalmente per fare questi spostamenti si serve delle pinne ventrali su cui si appoggia, delle pettorali che muove alternativamente e della pinna caudale che utilizza come organo propulsore.

I generi Colisa, Macropodus, Trichogaster, Belontia, Helostoma e Betta fanno parte tutti del gruppo o meglio della famiglia più vasta degli Anabantoidei, i Belontiidae. 
L'essere dotati di labirinto ha permesso a questa famiglia, la cui diffusione è circoscritta all'Asia sudorientale, di rendersi indipendente dalla respirazione branchiale e di insediarsi percio' in ambienti poveri di ossigeno quali canali e stagni ricchissimi di vegetazione, campi di riso inondati e quindi melmosi e persino piccole pozze d'acqua.
Come adattamento alle difficoltà che la vita in simili ambienti comporta, la maggior parte dei Belontidi reca sui primi raggi delle pinne ventrali ricettori tattili e olfattivi estremamente sensibili (particolare molto evidente in Colisa e Trichogaster). In acquario si può notare come questi pesci si spostino tendendo in avanti queste antenne che si muovono in ogni direzione per esaminare l'ambiente circostante.
Inoltre, in ambienti così ricchi di vegetazione sono comuni le specie che hanno il corpo compresso lateralmente: ciò consente di effettuare agili scatti tra le piante acquatiche pur non assicurando una elevata velocità sulle lunghe distanze.

Le varie specie di Anabantoidei sono più o meno intolleranti l'una verso l'altra, soprattutto in acquari ristretti. Esemplari adulti di Trichogaster trichopterus potrebbero essere ospitati nello stesso acquario, anche in gruppi formati da 3 o 4 coppie, ma solo in una vasca grande e con folta vegetazione. I maschi di questa specie, a mano a mano che crescono, sviluppano spesso una marcata intolleranza verso altri individui dello stesso sesso. Eventuali coinquilini Labirintidi dovrebbero essere specie robuste e non timide, come ad esempio Macropodus opercolaris o Betta splendens (un maschio con tre o quattro femmine) che si ritrovano negli stessi biotopi di T. trichopterus.
Le altre specie appartenenti al genere Trichogaster sono solite costruire ampi nidi di schiuma frammista a elementi vegetali e sono di indole relativamente tranquilla, quasi timida come ad esempio T. leeri, il più bello del suo genere, T. pectoralis e T. microlepis.
Un acquario di circa 100/110 litri potrebbe ospitare tranquillamente Tricogaster leeri, ad esempio due coppie adulte, con tre di Colisa labiosa e tre di Colisa fasciata che invece non hanno problemi di intolleranza con parenti più o meno stretti.
Anche le specie del genere Colisa, che raggiungono taglie inferiori rispetto a quelle dei Trichogaster, sono solite costruire nidi di schiuma in cui vengono deposte le uova.
Del genere Trichopsis si ritrovano nelle acque stagnanti le specie Trichopsis vittatus e T. pumilus (Gourami nano), originari della Thailandia e del Vietnam. Al pari di Trichogaster leeri, i pesci del genere Trichopsis sono soliti emettere suoni acuti ringhianti, sia durante i corteggiamenti che precedono la fecondazione sia nel corso dei "duelli".
T. vittatus e T. pumilus sono forse fra i più timidi Labirintidi conosciuti e questa loro caratteristica, unita al fatto che hanno entrambi taglia relativamente piccola (raramente al di sopra dei 4 centimetri), spiega perché molti consigliano di dedicare ai Trichopsis acquari speciali.
Anche Belontia hasselti e Belontia signata, per il loro carattere generalmente aggressivo, dovrebbero essere ospitate solo in acquari speciali.
Degno di nota è anche Helostoma temminckii, specie pacifica e planctofaga appartenente alla famiglia Helostomidae: i combattimenti fra i rivali culminano nei cosiddetti "baci", da cui il nome comune di "pesci baciatori".

 

Arianna Sironi

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